Residenza a Manfredonia (16-31 Marzo) LEVIATANO

Foto di Giuseppe Distefano

Report residenza a Manfredonia per “Leviatano” (Teatro Lucio Dalla – Bottega degli Apocrifi)

di Riccardo Tabilio

Conoscersi, con il tempo che ci vuole per conoscersi. Entrare in fase, trovare un’intesa anche su un piano umano: «io ho a cuore il tuo lavoro». «Io ti riconosco». Trovare poi un’intesa sul piano artistico: «accordare gli strumenti», se stessi con gli altri. Nel percorso di nascita di Leviatano come entità scenica, come spettacolo, queste cose sono avvenute al teatro Lucio Dalla di Manfredonia, teatro nell’orbita di TRAC Residenze Teatrali, gestito da Bottega degli Apocrifi, in un marzo più baltico che mediterraneo. La sala vuota, i teli di cellophane sulle sedute per proteggerle dalla polvere, il buio e l’odore che hanno, certi teatri. La loro acustica speciale… Questa volta non c’è stato il tempo che queste cose a cui la pandemia ci ha abituato ci prendessero al cuore. Il palco era già pronto, un magnifico minuscolo piazzato illuminava un tavolo: «tavolino»! «Prove a tavolino»! Devo dire, personalmente, la fase delle prove che mi piace di più… Non era scontato che gli ingredienti si amalgamassero bene. Per un drammaturgo affidare un testo a un regista, metterlo in bocca agli attori (un testo che per chi lo scrive ha già certi elementi di regia mentale, suona già in un certo modo…) è sempre inevitabilmente, insopprimibilmente affidare il bambino agli zingari. Questa volta poi erano le stesse compagnie a incontrarsi, la compagine registica e della Dramaturgie rappresentata dalla Confraternita del Chianti e la compagine degli interpreti da Carmentalia. Non era scontato, ma ha funzionato, anche grazie a questo tempo, misurato, di accordatura e di condivisione. Marco e Chiara hanno deciso di far lavorare Alessia, Andrea e Giulio proprio in questo modo: leggendo e scrivendo. Leggendo molte volte il testo, commentandolo, condividendo esperienze attraverso esercizi di scrittura, condividendo brani musicali e idee. Leviatano è in qualche modo un lavoro generazionale: nella prima settimana di residenza abbiamo scoperto il nostro sentire comune, quello della Generazione Y italiana, i figli degli Ottanta.  Il pop, il cinema, la musica… Mi congedo a metà del percorso, entusiasta, e con pochissima voglia di tornare nel Nord. Mi lascio le compagnie – la compagnia! – alle spalle, insieme a Stefania, Luca, Giovanni, Bakary, Gabriella (grazie!), nel buio di quella bella sala, al lavoro.

Report residenza di Alessia Sorbello

Il periodo di residenza a Manfredonia è stato un tempo prezioso dedicato ad un approfondito avvicinamento al testo, alla creazione di un immaginario comune: un ritorno agli anni ‘90, periodo in cui noi tutti artisti coinvolti nel progetto eravamo in piena adolescenza. Un tempo prezioso dedicato alla condivisione, alla lettura e all’analisi.
Un’immersione nel tessuto musicale, nell’immaginario cinematografico e culturale di quel periodo.
Abbiamo letto più volte il testo e scambiato le parti tra gli attori, così che il regista, Marco Di Stefano, ha potuto scegliere la distribuzione con cui lavorare.
Poi, Marco e la dramaturg Chiara Boscaro ci hanno invitato a scrivere, a far parte del processo di integrazione del testo per creare connessioni tra le scene e innesti interni dove necessario.
Abbiamo “giocato” ripescando nel nostro vissuto da adolescenti, abbiamo scritto e condiviso le nostre esperienze. Al gioco creativo ha partecipato anche Riccardo Tabilio, autore del testo, e questo ha creato una grande coesione artistica e un grande divertimento.
Sono stati definiti gli interventi musicali, abbiamo riflettuto sui costumi e sugli elementi che maggiormente possono essere utili a caratterizzare i vari personaggi, ci siamo interrogati sulle relazioni e sulle necessità emotive.
Abbiamo ripreso aria, abbiamo fatto ripartire i motori: in questo periodo così complicato, il periodo di residenza a Manfredonia è stato un’incredibile occasione per guardarsi finalmente nel profondo degli occhi e sentire cosa puo’ succedere.